Buon pomeriggio lettori... oggi ospitiamo qui sul blog un autrice tutta made in Italy... Il suo nuovo romanzo è approdato da pochissimo su Amazon e Vapore Rosso (questo è il titolo) sta facendo un giro tra alcuni blog per far conoscere la sua storia i suoi personaggi... Oggi, qui con noi, c'è l'autrice che farà quattro chiacchiere con la sottoscritta e ci toglierà alcune curiosità... sedetevi e godetevi questa intervista!
Intervista all'autrice: Alessandra Star

Autore: Alessandra Star
Editore: Self-publishing
Data di uscita: 22 gennaio 2020
Genere: Fantasy romance
Pagine: 333
Formato: digitale (euro 2,99) cartaceo (euro 10,20)
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1) Come e quando è nata la tua passione per la scrittura?
Dirò una banalità, ma anch’io come molte, ho iniziato da ragazzina. A otto anni per Natale mi regalarono due romanzi, uno era Piccole Donne, l’altro era una biografia di Marylin Monroe. Li lessi entrambi, ma per qualche ragione misteriosa era stata la biografia di Marylin a colpirmi, nonostante affrontasse temi difficili come la lotta di classe, l’arrivismo, il mondo spietato del cinema di Hollywood, il sesso e l’alcolismo della protagonista. Lo so, un libro strano da regalare a una ragazzina, ma io non ero una ragazzina come le altre, io ero già un’enciclopedia a dieci anni, perché invece di citare giochi e cartoni animati citavo pezzi di vocabolario. Intorno ai dieci anni mi feci regalare una macchina da scrivere e tirai giù la mia prima composizione, ed era una vera storia: raccontava di un giornalista ficcanaso che s’intrufola nel camerino di Marylin Monroe durante le sue prove sul set. Poi lei lo sorprende e Joe Di Maggio – l’allora uomo di Marylin – lo caccia via. Insomma, avevo solo dieci anni e l’aver letto quella biografia mi aveva già ispirato una storia che anche ad oggi, da adulta, trovo davvero originale. Non ho avuto scelta, ho continuato a scrivere.
2) Qualcuno ti è stato d’aiuto nel seguire questa strada? O al contrario, qualcuno ha cercato di intralciare la tua passione?
Direi “nessuno” in entrambe i casi. Né d’aiuto e né d’intralcio. Io sono sempre stata solitaria. E la scrittura nella mia vita, da chi mi stava intorno, è sempre stata vista come una passione da vivere nel tempo libero. Nessuno aveva davvero capito che il tempo per me non era mai libero se era fatto di scrittura, perché scrivere mi incatena a un limbo dal quale uscire non è permesso. Il resto del mio tempo è lavoro e responsabilità, li sento pesare. Ma scrivere è un lavoro e una responsabilità che non pesano mai. La scrittura mi ha salvato la vita, ma questa è un’altra storia.
3) La tua passione per la scrittura è collegata all’amore per la lettura? Se sì, quali romanzi hai amato maggiormente, quali invece non sei riuscita a sopportare fino anche a non arrivare alla fine?
Ho amato Baudelaire, Eco, Child, ho amato Amabile Giusti, Koraline e Arianna di Luna o Paola Chiozza. Ho odiato gli altri. Quelli col distintivo addosso, i personaggi televisivi che andavano in giro a mostrare copertine e rilasciavano interviste osservando l’orologio e contando i presenti. La Ferrante non mi piace, la trovo forzata, e la sua amica – secondo me – non è geniale. Vespa è sopravvalutato e la De Lellis ha giocato col fuoco. Fabio Volo è vero, per questo non piace, e Moccia dovrebbe incatenarsi con i suoi lucchetti e smettere di raccontare i giovani come li ha visti solo lui, perché i giovani sono davvero altro. Ecco, io arrivo alla fine quando un libro non mi prende per il culo. Quando dice davvero, quando dice qualcosa a cui non avevo pensato, che non mi era venuta in mente. Oppure quando conferma quello che anch’io pensavo. E non arrivo alla fine di un libro quando sta dicendo una bugia o una sciocchezza. E garantisco che di sciocchezze narrative è pieno il mondo.
3) Alessandra Star è uno pseudonimo? Se sì, perché la scelta (rispettabilissima) di usare uno pseudonimo?
Alessandra Star è il mio vero nome, non è uno pseudonimo. Solo che dopo Star ci sono altre cinque lettere che ho omesso per comodo.
4) Chi è Alessandra oltre ad essere una scrittrice?
Scrittore è colui che si mantiene con la scrittura, io mi mantengo facendo altro, facciamo Alessandra “autrice”, perché in effetti sono autrice dei miei testi ma non sono ancora una scrittrice nella vita. Sono una giornalista televisiva, una programmista regista, una montatrice audio video, una speaker radiofonica, una voce per pubblicità e una autrice di format. O perlomeno ero tutto questo fino a qualche anno fa, prima che un problema di salute mi facesse perdere casa, lavoro e amici. Poi ho ricomposto i pezzi, mi sono operata sette volte, sono guarita, sono rinata dalle ceneri come la fenice, e oggi sto ritrovando me stessa.
5) Da quanto tempo scrivi?
Te l’ho detto - da quando avevo dieci anni.
6) Vapore Rosso è il tuo primo romanzo?
Oh, no. Vapore Rosso è il mio quindicesimo romanzo.
Parliamo appunto di esso.
7) Dalla trama si capisce che la storia è molto particolare e suggestiva, come è nata l’idea di questo romanzo?
Come ti ho accennato prima, la mia vita è stata una cosa e poi un’altra e poi un’altra ancora, tipo un primo, secondo e terzo atto. C’è stato un lungo periodo in cui ho avuto successo, soldi e mi sentivo realizzata. Poi ce n’è stato un altro in cui ho perso la salute e di conseguenza ho perso tutto. E mi sono sentita distrutta e sola. Solissima. Poi è arrivata la luce interiore che mi ha risollevata, erano i personaggi delle mie storie che mi chiamavano e mi chiedevano di trascorrere del tempo con loro, ero sola ma con loro avevo una famiglia e molte occasioni di rivalsa, possibilità infinite e nuove, bastava leggere, capire, studiare e poi immaginare. Tutto questo mi ha salvato la vita. Quando sono rinata come la Fenice, ho creato Vapore Rosso. Ma solo leggendolo capirete perché.
8) Quanto tempo ci hai impiegato per delineare i personaggi?
Non lo so. Ho scritto Vapore Rosso in pochi mesi, circa tre, forse quattro. I personaggi sono arrivati da soli, non hanno nemmeno bussato, erano lì di fronte a me, ho solo dovuto disegnarli per dar loro colore; sai quando sono invisibili li vedo soltanto io -
9) Perché la scelta di questo titolo?
Eh, ora vuoi sapere troppo - Dunque, nel romanzo viene citata un’opera di Baudelaire da cui sono estratte due poesie, una delle due è Il Veleno, da I Fiori del Male, una delle più potenti poesie di ogni tempo. Ma in sostanza, è andata così, ti cito il passo: “ … il vino sa rivestire la più sordida bettola d’un lusso miracoloso, e fa sorgere più d’un portico favoloso nell’oro del suo vapore rosso, come un sole che tramonta in un cielo nuvoloso...”. Il vapore rosso a cui fa riferimento Baudelaire è l’incanto dello stordimento che tutto rende miracoloso, esattamente come nel mio romanzo, è ciò che accade ad Alejandro e Arianna.
10) Quale tra i personaggi di questo romanzo ti ha dato più filo da torcere e quale invece hai sentito subito in sintonia con le tue corde?
Nessun filo da torcere, sono stata solo indecisa sull’importanza che avevano certi personaggi secondari e se fosse giusto dare loro più o meno spazio, ma poi la decisione non è stata sofferta, il romanzo scorreva come se qualcuno lo stesse scrivendo al mio posto. In quanto alla sintonia, io sono simile ad Arianna, ma lo sono anche ad Alejandro.
11) Se una casa editrice importante fosse interessata a pubblicare il tuo romanzo, a patto però di eliminare uno dei personaggi, lo faresti? E, se si, quale personaggio faresti fuori?
Se una CE volesse eliminare, o per meglio dire limare un personaggio, ascolterei le ragioni della sfoltita e cercherei di trarne vantaggio e lezione. Credo che un editor con esperienza sappia sempre riconoscere un bicchiere di troppo su una tavola apparecchiata per due. E non spetta a me decidere chi andrebbe limato, io non sempre mi accorgo dei troppi bicchieri. -
12) Qual è la parte più difficile nello scrivere?
Crederci.
13) Come definiresti la tua scrittura?
Fotografica.
14) Quanto tempo dedichi alla scrittura?
Dipende. In questo periodo circa otto ore di scrittura e rilettura ( di me) e quattro di lettura ( di altri) al giorno.
15) Hai un luogo ideale in cui riesci a raccogliere le idee e riportarle sul pc (o quaderno che sia)?
In cuffia. Non ho modo di andare nei parchi o nelle biblioteche o in quei posti fighissimi dove sono tutti intellettuali e scrivono concentrati con i loro occhiali da vista calati sul naso e le loro caramelle e i loro portatili da asporto; io sono spesso costretta a scrivere in mezzo al casino, col traffico e le volanti che tuonano, e dove fa freddo o fa troppo caldo, e dove ci si arrende facilmente e si perde altrettanto facilmente la concentrazione, e allora ti dico: in cuffia. Quando le cuffie mi isolano e intorno c’è l’inferno, dentro di me c’è solo musica che scorre fluida insieme alle mie dita sulla tastiera.
16) Recensioni negative, come affrontarle?
Con coraggio.
17) Quanto di te c’è nei tuoi personaggi e quanto tratto dalla fantasia?
Noi siamo sempre i nostri personaggi. Nelle storie che raccontiamo siamo quello che vorremmo essere, andiamo dove vorremmo andare, facciamo quello che vorremmo fare. A volte facciamo cose che non faremmo mai o le diciamo o le causiamo, perché i nostri personaggi sono nello specchio di noi autori, sono il nostro riflesso. Loro hanno più coraggio di noi, si buttano più facilmente e hanno la forza di affrontare grandi amori e grandi drammi a differenza di noi che li creiamo perché non sappiamo fare altrettanto nella vita, la vita la passiamo al sicuro, anche se per lo più ci sabotiamo.
18) Tre pregi e tre difetti di te.
Mah. Pregi? Generosissima. Mite. Fantasiosa fino all’estremo. Difetti? Generosissima, mite e fantasiosa fino all’estremo.
19) A chi consigli la lettura di Vapore Rosso?
Beh a tutti. A tutti, sì. Io consiglio la lettura a tutti, non solo questa lettura. Leggete e sognate sempre, forse salverà anche voi come ha salvato e salva me ogni giorno.
20) Sogni nel cassetto?
Svuotarlo un giorno, quel cassetto.
Ci lasci con una citazione del romanzo? E poi… se vuoi, spiega perché hai scelto proprio questa citazione.
Estratto, dalla Registrazione n°8
“ Come è strana la gente che pensa di porre rimedio con una spiegazione, che si accontenta di un’idea, di un compromesso. Ma un solo batter d’ali non può portare in volo nessuno.”
È una metafora del coraggio: bisogna resistere e insistere, con un solo battito d’ali non si vola, ne servono molti per librarsi in cielo.
Grazie mille per essere stata con noi. In bocca al lupo per il romanzo!
Grazie infinite a te!
A presto...
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